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Scopriamo chi sono i nostri Partner! - Dott.ssa Annalisa Ferri

Scopriamo chi sono i nostri Partner!

Ecco la nostra nuova rubrica per conoscere meglio i Veterinari e le Veterinarie che ci hanno scelto per la propria attività clinica. Dieci domande per conoscere il percorso, le gioie e le difficoltà della professione veterinaria.

1. Quando ha deciso di diventare un Medico Veterinario e specializzarsi? Ricorda un evento in particolare che l’ha indirizzata verso questo percorso oppure è stato un percorso graduale?

La passione per la Medicina Veterinaria c’è sempre stata, fin da quando ne ho memoria: purtroppo, appena finito il liceo non ho passato il test di ammissione e mi sono iscritta a STPA. Forse un po’ scoraggiata dal risultato del test e frequentando un corso di laurea che, tutto sommato, non mi dispiaceva mi sono laureata, con laurea magistrale in STPA, insieme ad un gruppo di compagni con i quali abbiamo deciso di non gettare la spugna. Abbiamo chiesto una sessione straordinaria di laurea a luglio (per noi che eravamo in corso la prima sarebbe stata a settembre) e abbiamo riprovato il test di ammissione e lo abbiamo passato! La passione per la fisioterapia è nata per la ricerca di qualcosa che nella veterinaria non fosse già così presente, in primis perché mi piacciono le sfide e poi mi sono sempre piaciute la neurologia e l’ortopedia, ma non solo dal punto di vista del chirurgo (come più facilmente sono declinate in università).

 

2. Chi l’ha ispirata di più durante questo percorso?

Diciamo che il germe dell’idea c’era già, ma poi ho trovato sulla mia strada, una volta laureata, la collega Chiara Chiaffredo che mi ha ispirato ed insegnato tanto.

 

3. Qual è o quali sono stati gli ostacoli maggiori nella sua carriera? Come li ha superati?

All’inizio mi occupavo di domicili e la mia fortuna è stata trovare per caso la struttura di cui ora sono direttore sanitario. Avevo telefonato per sapere se avessi potuto fissare delle sedute di idroterapia per Ayko, un pastore tedesco che seguivo a casa. Nella struttura stavano cercando un nuovo veterinario poiché la collega che lavorava lì si doveva trasferire. In ogni caso, le difficoltà ci sono state perché era una materia pressoché sconosciuta e si lavorava con pochi appuntamenti. Per fortuna, sempre più colleghi e proprietari hanno preso coscienza dei benefici che può dare e a poco a poco il lavoro è cresciuto.

 

4. Cosa la motiva di più nel suo lavoro?

In generale, il vedere che i cani dopo i trattamenti stanno meglio, che migliora la qualità di vita, che i proprietari sono felici e riconoscenti. Per quanto riguarda i cani sportivi, oltre a quanto detto sopra, la soddisfazione nel vederli migliorare nelle prestazioni che non significa necessariamente vincere un mondiale, ma far si che si raggiunga l’obiettivo, pur piccolo che ci si era posti.

 

5. Qual era la sua esperienza nel trattare i pazienti con prodotti su misura prima di incontrare PlayVet? Conosceva già la stampa 3D applicata a questo settore?

Prima di incontrare Playvet la difficoltà era trovare qualcosa che andasse bene: finché si trattava di fare un tutore semplice (se non c’era un’alternativa commerciale) potevo fare qualcosa con il termoplastico, ma avevo sempre difficoltà nei sistemi di fissaggio. Conoscevo la Stampa 3D perché seguivo dei colleghi statunitensi che la usavano con discreti risultati. Qualcuno aveva cominciato a provare a fare qualcosa in Italia ma con risultati molto poco soddisfacienti.

 

6. Che impatto ha avuto PlayVet nella gestione dei suoi pazienti?

I casi che sono stati trattati con PlayVet sono andati bene dal punto di vista della progettazione (erano sfide piuttosto impegnative, come dico a Matteo, se fossero facili useremmo i tutori commerciali), non sempre bene dal punto di vista della compliance del proprietario sul lavoro di adattamento da fare successivamente.

 

7. Come Partner PlayVet, quale aspetto della collaborazione le piace di più?

Il filo diretto che abbiamo e la disponibilità a 360° nel cercare di risolvere insieme i problemi.

 

8. Cosa direbbe ad un collega che vuole provare il sistema e/o i prodotti PlayVet?

Direi che è una bella sfida, c’è tanto da lavorare in team, ma ne vale la pena!

 

9. Se le fossero dati 3 desideri, quali sarebbero?

- Poter togliere totalmente il dolore a chi soffre

- Riconoscere la vera anima delle persone

- Parlare con gli animali

 

10. Che consigli dare ad un giovane collega che vuole affrontare un percorso come il suo? Quali consigli dovrebbe ignorare?

Non deve avere paura delle sfide, non tutte le vie sono facili e il nostro è un territorio in parte inesplorato. Non tutti i colleghi “credono” nella fisioterapia, ma questo non deve scoraggiarci, anzi, spronarci a fare di più in termini di ricerca e attività!


BIO:

Laurea in STPA nel 2005 presso UNIMI

Laurea in Medicina Veterinaria nel 2009 presso UNIMI

Dal 2006 al 2019 lavoro come consulente HACCP, ma nel mentre seguo corsi di Fisioterapia Veterinaria.

Nel 2017 inizia la collaborazione con Zampe, amore e fisioterapia e da marzo 2018 sono direttore sanitario. Mi occupo di riabilitazione e medicina sportiva.

Nel 2021 completo il percorso formativo per la camera iperbarica veterinaria con la Veterinary Hyperbaric Association e da settembre ne comincia l’utilizzo presso la struttura.

Ad ottobre 2022 conseguo il GpCert in Agopuntura occidentale e terapia del dolore cronico.

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